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Protocollo anti Covid: obbligo di mascherina sul lavoro fino a giugno

Giuseppe Rocco - Esperto previdenziale

 

Confermato fino a giugno l’utilizzo del Protocollo, del 6 aprile, per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro. In tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore. Tale uso non è necessario nel caso di attività svolte in condizioni di isolamento. E’ quanto deciso, il 4 maggio, nella riunione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, il Ministero dello Sviluppo Economico, l’INAIL e tutte le parti sociali. Verrà fissato un nuovo incontro, entro il prossimo 30 giugno, per verificare l’opportunità di apportare i necessari aggiornamenti connessi all’evoluzione della situazione epidemiologica.

 

 

Si è svolta il 4 maggio l’annunciata riunione, con la presenza di rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero della Salute, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’INAIL e di tutte le parti sociali, per valutare le misure prevenzionali previste dal Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro del 6 aprile 2021, che aveva aggiornato la precedenti versioni sottoscritte il 14 marzo e il 24 aprile 2020.
Va ricordato come la ratio affermata nel Protocollo è che la prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione ritenendo come obiettivo prioritario coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative.

Cosa è stato deciso nell’incontro

 

In maniera unanime, come si legge nella specifica nota pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro, è stato rilevato che, nonostante la cessazione dello stato d'emergenza, persistano esigenze di contrasto del diffondersi della pandemia da Covid-19.
La decisione, che verrà ora formalizzata in uno specifico verbale, è stata di confermare e ritenere operante il Protocollo nella sua interezza e di impegnarsi a garantirne l’applicazione, proseguendo dunque lungo la direzione dell’importante funzione prevenzionale che l’accordo ha consentito per contrastare e contenere la diffusione dei contagi dal virus nei luoghi di lavoro.
Così come viene sottolineato dalle sigle sindacali la prosecuzione della validità del Protocollo prevede la conferma e il conseguente aggiornamento dei protocolli aziendali. Nell’incontro si è poi convenuto di fissare un nuovo incontro entro il prossimo 30 giugno per verificare l’opportunità di apportare i necessari aggiornamenti al testo del Protocollo connessi all’evoluzione della situazione epidemiologica.

Cosa prevede il Protocollo

 

In un rapido riepilogo delle previsioni contenute nel Protocollo del 6 aprile 2021 ora prorogato va ricordato come l’azienda, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, informa tutti i lavoratori e chiunque entri in azienda circa le disposizioni delle autorità, consegnando e/o affiggendo all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi depliants informativi.
E’ poi obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani. L’azienda mette a disposizione idonei e sufficienti mezzi detergenti per le mani che devono essere accessibili a tutti i lavoratori anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili.
Per quel che riguarda i dispositivi di protezione individuale se ne raccomanda un loro utilizzo razionale. In tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto viene ritenuto comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore.
Tale uso non è necessario nel caso di attività svolte in condizioni di isolamento. Va opportunamente ricordato come nel pubblico impiego l’utilizzo dei DPI è stato disciplinato con specifica circolare n. 1/2022 del Ministro della Pubblica Amministrazione, in coerenza con l’ordinanza del Ministro della salute del 28 aprile 2022 applicabile dal 1° maggio in base alla quale l’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione delle vie respiratorie è stato raccomandato, senza però obbligo, nei luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico.
La circolare contiene indicazioni di carattere generale per una corretta e omogenea applicazione dell’ordinanza del ministro Speranza nei luoghi di lavoro pubblici. Sarà cura di ogni amministrazione impartire tempestivamente le necessarie misure operative, tenendo conto delle condizioni concrete dei luoghi di lavoro e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa dei propri dipendenti.
L’uso delle mascherine FFP2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive, per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti.
Tornando al Protocollo del 6 aprile 2021 si prevede ancora che l’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di un metro tra le persone che li occupano.
Occorre poi provvedere all’organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi, per lasciare nella disponibilità dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie.
Va poi garantita la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi detergenti, dei locali mensa e delle tastiere dei distributori di bevande e snack. Altre previsioni di particolare significato riportate nel Protocollo sono poi quelle per cui Il lavoro agile e da remoto continua ad essere favorito in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione, ferma la necessità che il datore di lavoro garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause).
Va ricordato come lo scorso 21 aprile si è insediato l’Osservatorio nazionale bilaterale in materia di lavoro agile, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha l’obiettivo di monitorare l’evoluzione del lavoro agile con riferimento ai suoi risultati, lo sviluppo della contrattazione collettiva sul tema, l’andamento delle linee di indirizzo contenute nello specifico Protocollo di dicembre 2021, nonché i possibili sviluppi con riferimento sia a eventuali novità normative, sia alla crescente evoluzione tecnologica e digitale.
Tornando al Protocollo per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro, del 6 aprile 2021, si evidenzia ancora come si prevede la necessità del rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di lavoro, compatibilmente con la natura dei processi produttivi e degli spazi aziendali. L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati, che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità degli orari.

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